Una strada per Raveda
Una strada per Raveda
Nella mappa della Proprietà Ruini, rilevata nel 1653 da un perito per la causa intentata da Isabella (vedi Pannello 14, n. 8), un particolare, riprodotto in Fig. 1, è intrigante: esso mostra che al ponte sul Riolo, in prossimità del Palazzo di Raveda, giungevano due strade da Nord-Est: la prima è chiaramente la strada sull’argine di Riolo, la seconda è invece una strada che, per la sua angolazione, doveva staccarsi da via Giovecca.

Fig. 1 – L’antica strada per Raveda nella mappa della proprietà Ruini del 1653
Ritroviamo la stessa strada in una mappa successiva, rilevata nel 1659 (Pannello 14, n. 13). Un particolare di essa, riprodotto in Fig. 2 mostra che quella strada correva su un argine.

Fig. 2 – L’antica strada appare essere su un argine nella mappa del 1659
Nella mappa del Monti (1747) essa non compare, ma troviamo poco distante una nuova strada che corre parallela ad essa lungo il confine della proprietà Aldrovandi (Fig. 3). Una nota sulla mappa, in corrispondenza della Lungagnola, dice che quel fondo è stato da poco acquistato dal Cardinale Aldrovandi. È quindi plausibile che questi abbia voluto spostare la strada pubblica sul confine della sua proprietà (Fig. 3).

Fig. 3 – Mappa del Monti 1747: la strada appare spostata sul confine della proprietà Aldovrandi, dove ancora oggi si trova
La strada sul confine rimase attiva a lungo, la troviamo infatti ancora in una carta dell’IGM del 1893 (Fig. 4). In essa vediamo che la strada che da via Giovecca porta alla Dosa, parte in corrispondenza di una corte, che compare già nella stessa posizione nella carta del Monti (Fig. 3). È la corte della Cascina Lungagnola, che Arturo Bovina ricorda sorgesse lì sino all’anno 1900, quando fu distrutta da un incendio. Venne ricostruita un po’ più all’interno della Tenuta Sessa, nella posizione in cui tutt’ora si trova. Per distinguere le due Lungagnole, chiameremo la prima Lunganola vecchia e la seconda Lungagnola nuova.

Fig. 4 – Nella carta dell’IGM del 1893 la strada sul confine della Tenuta Sessa
La conferma che questa strada per Raveda sia esistita la troviamo in una foto aerea del 1937 (Fig. 5). In corrispondenza della Dosa si vede che la strada che la collega a via Giovecca, passando a fianco della Lungagnola nuova, un tempo entrava direttamente nella sua corte (vedi freccia) e dopo averla attraversata procedeva oltre di essa in direzione di Raveda (vedi freccia).

Fig. 5 – 1937: la strada è ancora visibile in prossimità della Dosa (volo IGM)
Se su una foto satellitare tracciamo questo percorso (Fig. 6) e lo prolunghiamo in linea retta sino al Riolo notiamo che esso attraversa il luogo in cui sorgeva la cascina San Felice e raggiunge il Riolo proprio al Ponte di Raveda.

Fig. 6 – Le corti sono allineate lungo l’antica strada (Google map 2023)
È difficile pensare che un tale allineamento (Lungagnola vecchia, Dosa, San Felice e ponte di Raveda) sia casuale. È più probabile che quello fosse il tracciato di un’antica strada che portava a Raveda al tempo dei Ruini, posta su un argine, lungo la quale sono state in seguito edificate le corti della Dosa e di San Felice.

Riportiamo ora tale allineamento/strada sulla mappa del Monti (Fig. 7) e consideriamo il punto in cui esso taglia il viale alberato che dalla Cabianca raggiunge la Muzzarella e continua oltre di essa. Si noti come l’alberatura si interrompa proprio in quel punto, mentre il viale (chiamiamolo ancora così per capirci), privo d’alberi, continui sino al confine tra le proprietà Aldrovandi e Malvezzi. È a prima vista è singolare che il duplice filare termini proprio in quel punto, ma appare invece del tutto naturale se l’antica strada fosse davvero esistita: il viale terminava all’incrocio con essa. Ma quando l’antica strada fu dismessa, creandone una nuova sul confine, fu prolungato sino a incontrala. E sul prolungamento gli alberi non erano ancora stati piantati quando il Monti disegnò la sua mappa (o forse non furono mai piantati).
La singolarità dell’interruzione del viale proprio nel punto di intersezione con il presunto tracciato dell’antica strada costituisce dunque un’ulteriore prova a favore della sua esistenza.
Troviamo un ultimo, possibile, indiretto indizio dell’esistenza di quella strada osservando la mappa dei luoghi di ritrovamento delle monete in Fig. 1 della pagina Monete: balza all’occhio la forte concentrazione di ritrovamenti in prossimità della via Giovecca, proprio là dove sorgeva la Lungagnola vecchia. La presenza di una cascina non è però una ragione sufficiente per una tale concentrazione di reperti, ma, se l’antica strada fosse esistita, il punto in cui la via Giovecca, che proveniva dal passo del Reno, si biforcava nella strada per Raveda sarebbe stata la localizzazione naturale di un’osteria. Se l’osteria fosse esistita la concentrazione di monete troverebbe il suo perché e gli anni e i luoghi del conio delle monete proverebbero che essa fu molto frequentata (almeno dal XVII secolo) e che vi si fermarono spesso anche mercanti veneti e austriaci.