Strade perdute
Nel corso delle ricerche sulla storia di Palazzo è emersa l’esistenza di due antichi percorsi, oggi perduti.
La via per Raveda
La Fig. 1 mostra un particolare della mappa della Proprietà Ruini, rilevata nel 1653 da un perito per la causa in cui essi erano coinvolti.

Fig. 1 – L’antica strada per Raveda nelle mappa Ruini del 1653 (in Nord è a destra)
Esso mostra che al ponte sul Riolo, in prossimità del Palazzo di Raveda, giungono due strade da Est: la prima è chiaramente la strada che corre sull’argine del canale, la seconda è invece una strada che, per la sua angolazione, doveva staccarsi da via Giovecca. Ritroviamo questa stessa strada in una mappa successiva, rilevata nel 1659 sempre per quella causa. Il particolare riprodotto in Fig. 2 mostra che essa era posta su un argine.

Fig. 2 – La strada nella mappa Ruini del 1659 (in Nord è a destra)
Nella mappa del Monti (particolare in Fig. 3, il Nord è in alto) essa non compare più, ma troviamo poco distante una nuova strada che corre, parallela ad essa, lungo il confine della proprietà Aldrovandi. Una nota sulla mappa, posta in corrispondenza della Lungagnola, dice che quel fondo è stato da poco acquistato dal Cardinale Aldrovandi. È quindi plausibile che questi abbia voluto spostare la strada pubblica sul nuovo confine della sua proprietà.

Fig. 3 – Particolare della zona di Palazzo nella mappa del Monti del 1747.
La strada per Raveda non vi compare.
La conferma che la strada per Raveda è esistita la troviamo in una foto aerea del 1937 (Fig. 4). In corrispondenza della Dosa si vede che la strada che la collega a via Giovecca, passando a fianco della nuova Lungagnola, un tempo entrava direttamente nella corte (vedi freccia) e dopo averla attraversata procedeva oltre di essa in direzione di Raveda (vedi freccia).

Fig. 4 – La strada nel volo IGM del 1937
Se su una foto satellitare tracciamo questo percorso (Fig. 5) e lo prolunghiamo in linea retta sino al Riolo notiamo che esso attraversa il luogo in cui sorgeva la cascina San Felice e raggiunge il Riolo proprio al ponte di Raveda.

Fig. 5 – L’allineamento delle corti sul tracciato della antica strada
È difficile pensare che un tale allineamento (antica Lungagnola, Dosa, San Felice e ponte di Raveda) sia casuale. È più probabile che le corti siano sorte lungo la strada che portava a Raveda al tempo dei Ruini.

Fig. 6 – Il viale della Muzzarella termina in corrispondenza del tracciato dell’antica strada
Un’altro particolare sembra confermare l’esistenza della strada: come detto, nella mappa del Monti la strada non compare, tuttavia il viale alberato della Muzzarella termina esattamente nel punto in cui esso l’avrebbe incrociata (Fig. 6). Anche questo è un caso? O il viale terminava lì perchè si immetteva in essa e, come la mappa mostra, il viale (ma senza gli alberi) è stata prolungato sino al confine dopo che la strada fu rimossa.
La prima cascina Lungagnola (quella che bruciò nel 1900) sorgeva nel punto in cui quella strada si dipartiva da via Giovecca. Data la posizione è possibile che quell’edificio, prima di essere utilizzato come cascina, fosse un’osteria. Se così fosse il gran numero di monete che sono state ritrovate attorno al luogo in cui sorgeva avrebbe trovato spiegazione.
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Un percorso sulla coronella
Nell’ottobre del 1735 Angelo Moratori, l’agente del Cardinale che sovrintendeva all’Impresa di Mirabello, informa per lettera il suo padrone che sta facendo costruire una coronella, in altezza di piedi 2 (80 cm), per proteggere il Palazzo perché, dopo la rotta dell’anno precedente alla Bisacca, durante le piene il Reno inclina pericolosamente verso di esso. Ritiene poi necessario alzare il Piano del Palazzo al pari del terrapieno acciò la sortia [affioramento d’acqua prodotto dal sifonamento del terrapieno durante successive esondazioni] non entri nel Palazzo. Allega alla lettera un disegno che mostra il tracciato proposto. Dodici anni più tardi, la coronella compare nella mappa del Monti, rappresentata con una sequenza di piccoli tratti diagonali affiancati. Per facitarne l’individuazione nel particolare riprodotto in Fig. 7 è stata evidenziata con una linea continua rossa, che corre parallela ad essa. Col passare degli anni le torbide portate da Reno hanno alzato tutto il territorio circostante, ma allora, evidentemente, la coronella doveva emergere ancora dal terreno dal lato della campagna.
Probabilmente a causa della sua migliore consistenza rispetto al terreno circostante (era realizzata con terra molto più argillosa di quello) e nei prima anni anche della sua sopraelevazione, la coronella divenne un comodo percorso che dalla via Giovecca portava alla casa del Boaro (punto n. 4 nella mappa del Monti) e alla Muzzarella. Lo confermano le monete ritrovate lungo di essa (Pannello 26). Il percorso continuò ad essere usato anche dopo la realizzazione della strada che dalla Lungagnola oggi porta alla Dosa e alla Muzzarella, perché, in prossimità della casa del Boaro, si trovava un pozzo che rimase in uso sino agli anni ’40 del novecento, ben oltre l’abbattimento di quella casa alla fine dell’800 (essa compare ancora nella carta dei Morardet del 1872).
