Z’lè grand
Nel 1903 Michele Celati e la sua grande famiglia entrarono nel podere della Ghiaia di Sotto in qualità di mezzadri. Il podere apparteneva alla Tenuta Sessa ed era posto sull’argine postale; oggi non esiste più.

Teresa Tracchi e Andrea Celati con, da sinistra, Elsa, Alfonso (in basso), Aurelio, Giuseppe e Ivo nel 1916
Nel 1927 a Michele successe prima il figlio Raffaele, che si trasferì nel podere San Filippo con tutta la sua famiglia, poi, nel 1940, gli subentrò Andrea.
La famiglia veniva indicata come Z’lè grand (Celati grandi), per distinguerla dai Z’lè cin, un’altra famiglia Celati che aveva “solo” 19 membri, mentre i Z’lè grand erano 29.
Nel 1953, vivevano nella casa di San Filippo:
Andrea Celati (1881) e Teresa Tracchi, i “nonni”;
quattro loro figli con le rispettive mogli: Giuseppe (1908) con Amabile Zaniboni, Aurelio (1909) con Ines Rambaldi, Alfonso (1911) con Jolanda Tartari, Ivo (1913) con Oneglia Gilli;
altri due figli celibi: Lorenzo (1920) e Ugo (1922);
e 19 nipoti:
Carlo (1935), Carla (1937), Graziano (1939) e Graziana (1941), figli di Giuseppe e Amabile;
Anna (1934), Albano (1936), Albana (1939), Armana (1942) e Alba (1944) figli di Aurelio e Ines;
Giorgio (1939), Mario (1940), Lino (1943), Maria (1945) figli di Alfonso e Jolanda;
Franco (1939), Floriana (1941), Onofrio (1943), Franca (1946) figli di Ivo e Omeglia.
Successivamente Lorenzo si sposò con Jolanda Taddia ed ebbero una figlia: Morena (1954).
Eccezion fatta per il 1938, tra il 1934 e il 1946 ogni anno fu allietato da almeno una nascita nella casa dei Z’lè grand. Nel 1939 se ne festeggiarono quattro e le quattro madri posarono con meritata soddisfazione per il fotografo.

Le quattro mamme del 1939, da sinistra Omeglia Gilli, Ines Rambaldi, Jolanda Tartari e Amabile Zaniboni, con Franco, Albana, Giorgio e Graziano. In prima fila Anna (1934), Albano (1936) e Carla (1937).
Nel 1963, cresciuti i nipoti, il podere di San Filippo era ormai troppo piccolo e così Z’lè grand furono costretti a dividersi: Giuseppe, Ivo e le loro famiglie rimasero a San Filippo, mentre Alfonso, Aurelio e le loro famiglie si trasferirono a Santa Camilla. Successivamnete Ivo si spostò per pochi anni alla Cabianca, ma alla fine del 1965 tutti avevano lasciato la Tenuta Sessa, che divenne un bel ricordo.
Floriana, rimasta a Mirabello, ha attivamente contribuito alla realizzazione del Museo sin dalla sua nascita nel 2011, offrendo, assieme ai fratelli e ai cugini, numerosi pezzi. Nel 2015, quando il Museo riaprì dopo il terremoto, una delegazione dei Z’lè grand si è presentata, festosa e interessata, felice di ricordare e raccontare. Abbiamo così progettato assieme e poi realizzato una lunga intervista a Floriana, Franca, Albana, Luigi e Onofrio.
Sono i ricordi della vita di una grande famiglia degli anni ’40 e ’50, ricordi di fatiche e difficoltà ma in un ambiente di grande umanità e generosità: “Che bello che era!”

La nonna (Teresa Tracchi, seduta) e la levatrice, con Anna, Albano, Carlo e Armano ((da sinistra) e, in secondo piano, Graziano e Carla

Due foto della gara di pollicultura a Palazzo nel 1956-57, Albana è la ragazza con in braccio un pollo