I tri cùl / I tre sederi

Tre ragazzi, spalla a spalla, formavano un triangolo dandosi la schiena; poi piegavano il busto in avanti, portando la testa all’altezza delle ginocchia, sulle quali posavano saldamente le mani. I loro sederi erano così in contatto. Sederi e schiene formavano una sorta di piattaforma, sulla quale, presa la rincorsa, a turno si doveva fare una capriola.  Ci si metteva in fila, uno dietro l’altro, e quando l’ultimo aveva fatto la capriola si urlava “Cambio!“. Altri tre ragazzi sostituivano i primi tre e così via di seguito.

Era un salto atletico di una certa difficoltà, che ci rendeva orgogliosi quando riuscivamo a eseguirlo correttamente. C’era la ricerca del tempo di battuta e lo sviluppo dinamico del salto con l’arrivo a terra in equilibrio, perfettamente in piedi.

Alcune volte avveniva che, al momento del salto, i tre ragazzi piegati si allontanassero di proposito e allora chi saltava cadeva rovinosamente a terra. Uno scherzo veramente pericoloso!

[Informazione di Giorgio Bianchi, per sua gentile concessione da G. Bianchi, Il Libro dei Ricordi, F.lli Corradini Editori]

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