Dall’aratro a chiodo al plodium.
Con l’avvento delle bonifiche dei terreni argillosi di fondo valle, già all’epoca romana, si passò dall’aratro a chiodo all’aratro con versoio. Propriamente il versorium (versoio) è una parte dell’aratro, ma come spesso accade la parte è passata a designare il tutto e versorium, nell’accezione di aratro rovesciatore, si trova già in uso nell’VIII secolo. Ma l’evoluzione dall’aratro a chiodo al versorium non fu diretta, si passò attraverso un aratro simmetrico con due versoi, detto plodium. Nel dialetto di Terre del Reno il versorium è divenuto al versur e il plodium al piò.
Racconta Fabio Garuti.