Al tir dal biisti – Il tiro dell’aratro

Una volta nel ferrarese si arava con tiri “a dodici”.  E si diceva:
Quant ùn al g’à i bua, al pòl arèr ànch al lùni/Quando uno ha i buoi può arare anche al lunedì,
ovvero disponendo della forza lavoro “pesante” uno può programmare i lavori a suo piacimento, senza dover sottostare alla necessità di fer a zerla/fare a zerla, cioè di scambiare aiuto e animali con amici e/o vicini. Il fer a zerla richiedeva di organizzare i lavori in base alle necessità reciproche, con allungamento dei tempi  e conseguente esposizione ai rischi atmosferici (con l’arrivo delle piogge, arare sarebbe stato molto più faticoso e difficile). In pratica, per estensione, l’espressione indica uno stato di libertà decisionale e di autonomia. E’ lo stato di relativo benessere economico del medio proprietario o di un bravo mezzadro che conduceva un bel sìt o un fònd (un sito o un fondo). Significativo che esistano anche i diminutivi sitìn e fundìn, per indicare piccoli poderi che certamente non consentivano di “arare anche al lunedì”.

 

Ce ne parla Fabio Garuti.

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