Enzo Masetti e i suoi Canti
All’inizio di novembre Sandro Merli affidò al Museo un pacco di opuscoli, fotografie e note di Franco Rinaldi (l’autore della lunga ricerca che ha dato origine alle sezioni Il Territorio e L’Uomo). E’ un pacco prezioso: sin dalla prima occhiata capii che parte del suo contenuto potrà proficuamente alimentare la sezione dedicata alla Tradizione.
Fui innanzitutto attratto dai numerosi opuscoli e locandine raccolti da Rinaldi a Mirabello e Ferrara in occasione di manifestazioni, proiezioni e concerti dedicati alla memoria di Enzo Masetti(1962, 1981) o al centenario della sua nascita (1893-1993). Da essi appresi che Masetti non solo fu un grande musicista di “colonne sonore” (in assoluto uno dei primi a dedicarvisi), ma anche un appassionato raccoglitore di canti della sua terra di origine (Mirabello). Scoprii che nel 1929 aveva pubblicato un volumetto di Canti popolari emiliani, in gran parte raccolti a Mirabello. Ne fui intrigato e mi misi alla ricerca dell’opera. Qualche settimana più tardi ne rinvenni una copia a Roma.
La lettura del volume è molto interessante, a tratti quasi appassionante. Ad esempio, Masetti così descrive il ritrovamento del canto della Boara:
lo udii per la prima volta nelle vastissime praterie situate tra il castello di Poggio Renatico e il villaggio di Madonna dei Boschi. Nel cielo erano i segni precursori dell’alba e già il boaro, cantando, traeva i buoi dalla stalla per l’abbeverata. Fui tanto colpito e commosso dalla bellezza della melodia che non ebbi nemmeno la presenza di spirito di prenderne nota. Non vi fu verso di convincere il boaro, un uomo assai rustico, a volemi ripetere la “stornella”, che avevo udito di sorpresa. Dovetti giocare d’astuzia ed attendere qualche giorno. Finalmente, standomi celato, potei riudire un mattino la Boara e fissarla sulla carta. (Erano tempi in cui si riproduceva la musica scrivendola sulla carta, non registrandola!)
Ho pensato quindi di riprodurre in queste pagine i canti raccolti a Mirabello. Potete accedervi da qui.
Non sono però ancora soddisfatto, perché non sono riuscito a rintracciare alcuna loro registrazione. Sembra siano oggi totalmente dimenticati. Lancio una proposta: non c’è una corale interessata a risuscitarli e donare copia della registrazione al Museo? Gliene saremmo tutti molto grati.
Un grazie riconoscente a Sandro Merli per averci dato modo di riscoprire questi canti.