L’interrimento del Palazzo (1732)
Nell’agosto del 1732, Angelo Moratori, l’agente del Cardinale che sovrintendeva all’Impresa di Mirabello, informa il suo padrone che, dopo la rotta dell’anno precedente alla Bisacca, durante le piene il Reno inclina verso il Palazzo. Poi continua: direi secondo il mio debole intendere essere necessario tarapinare* [costruire un terrapieno] attorno li muri del Palazzo per una larghezza di 20 piedi [circa 8 metri] in altezza di piedi 2 [80 cm] con alzare il Piano del Palazzo al pari del terrapieno acciò la sortia [affioramento d’acqua prodotto dal sifonamento del terrapieno durante successive esondazioni] non entra nel Palazzo e procurare che ogni volta che viene delle piene fare che l’acqua vadi verso Palazzo, et in un paio d’anni mettere l’abitazione in sicuro per l’avvenire.
Dallo stato dei luoghi si deduce che il consiglio fu seguito: il livello del piano terreno fu innalzato di circa 3 piedi con uno strato di lezza [] su cui fu posato un pavimento in cotto: è il pavimento che appare all’ingresso di questo androne, a una quota un poco inferiore a quella del pavimento attuale, e che incontrerete anche in altri locali. Tutt’attorno al Palazzo il terreno fu portato alla stessa quota per colmata, sfruttando le rotte successive. L’innalzamento della quota del pavimento rese inservibili le porte che si aprivano sull’androne. Pertanto, esse furono pertanto murate e nuove porte furono aperte a quota più alta. La posizione di quelle originarie è ancor oggi denotata dalla presenza di aperture tamponate, la cui modesta altezza, del tutto insufficiente al passaggio di una persona, rivela come una volta esse fossero molto più alte. Ne vedete un esempio qui sotto a sinistra.
Osservate gli allineamenti di mattoni che rivelano la posizione delle spalle originarie della porta. Essi sono interrotti qua e là da alcuni mattoni posti a mo’ di morsa per collegare il tampone alla muratura circostante.
Vi lasciamo il piacere di scoprire altre aperture originarie in questo locale.
Come conseguenza l’aspetto del Palazzo cambiò: a seguito dell’innalzamento del terreno la scarpa su cui appoggia si ridusse d’altezza: il Palazzo apparve più schiacciato e perse di imponenza (si confrontino le due foto qui sotto). Anche l’altezza interna dei locali al piano terreno risultò significamente ridotta così che i locali persero la nobiltà originaria e assunsero quell’aspetto ribassato che oggi l’occhio legge un poco stonato.
* Tarapìη significava originariamente terrapieno, argine, ma oggi significa cosa inutile, che sta tra i piedi (dàgh fògh a tut chi tarapìη lì!). Dopo la rotta della Panfilia e l’allontanamento definitivo del Reno da Mirabello i numerosi argini, ormai inutili, che serpeggiavano nelle campagne “stavano tra i piedi”. Per rendersi conto di quanto densi fossero gli argini si veda la carta riprodotta qui sotto (carta 6b del Pannello 19).