Presentazione
Nell’0ttobre 1980 scrissi una recensione della mostra allestita da Rinaldi, Bione e Carletti nel municipio di Mirabello su MIRABELLO, IL TERRITORIO, L’UOMO. Il ritaglio di quell’articolo è annegato nel perenne disordine del mio studio: peccato, perché forse mi avrebbe evitato la stesura di queste note.
Mi pare che il senso dell’articolo sia, per come lo ricordo io, ancora pertinente e di qualche utilità, ora che è allestito il museo di Palazzo Sessa/Aldrovandi, di cui il materiale di quella mostra costituisce il nucleo storico fondante.
L’opera appassionata di Rodolfo Soncini-Sessa ha ampliato quel materiale, riordinato i pannelli con la documentazione grafica e fotografica, portando l’insieme ad un livello di altissima leggibilità; ha definito ulteriormente i ruoli delle imprese agricole nella bonifica e trasformazione del territorio, il loro nascere e talvolta il loro declino, scanditi sempre dai rintocchi delle disastrose rotte del fiume Reno che le aveva fatte sorgere.
Con intelligenza sociologica il museo indaga anche i modi dell’abitare, la religiosità, la cultura popolare, le risorse intellettuali del territorio mirabellese. Non è poco.
La raccolta delle attrezzature agricole, dalle più elementari che non hanno mutato forma e funzione dalla loro comparsa, fino a quelle alla soglia della modernità tecnologica, racconta, in parallelo a quello storico-grafico, il percorso dell’uomo, il suo “crescere” fino ad acquisire coscienza del valore del proprio essere e affrancarsi da secoli di enormi fatiche e sofferenze. Ma quel percorso bisogna saperlo leggere.
Il museo mette ora in rete, a disposizione di tutti, una nuova versione dell’opuscolo-guida alla mostra del 1980, scritto da Rinaldi. I visitatori del museo potranno avere lo strumento per comprendere i “fatti” e i luoghi, nonché il “senso” delle raccolte, cui hanno contribuito anche prestiti privati dei cittadini, che possono sentire il museo come cosa che riguarda anche loro.
Ed è per tutti l’occasione di ricordare Franco Rinaldi, Carlo Bione, Ermanno Carletti ormai parte di quella “cronaca” (sono convinto che scrivere “storia” li avrebbe fatti sentire a disagio) che s’era smarrita ed è stata da loro ritrovata.
23 luglio 2014
Sandro Merli