Riscontri geologici-geofici
L’ipotesi è stata suffragata dai dati dei sismi storicamente registrati nella area e da estesi studi sulle riflessioni delle onde utilizzate nella prospezione petrolifera condotta negli ultimi decenni. Si è così arrivati a definire la configurazione delle sinclinali e anticlinali sepolte nella pianura e delle faglie che le interessano. La Fig. 12 ne mostra il profilo lungo la direttrice Modena_Mirandola (sezione AB in figura 9).

Fig. 12 – Le sinclinali e anticlinali sepolte sotto la pianura (sezione Modena- Mirandola) e gli epicentri dei sismi del 20 e 29 maggio 2012
Sulla base di questi risultati nel 2004 fu modificata la mappa sismica d’Italia: il rischio dell’Alto Ferrarese passò da minimo a moderato e si stimò che esso potesse essere oggetto di un potenziale sisma di magnitudo 5.9 ogni 800-1500 anni.
La magnitudo delle scosse del maggio 2012 e le posizioni (Fig. 13) degli epicentri dei circa 2700 sismi registrati nel lungo sciame del 2012 hanno confermato appieno le valutazioni del 2004.

Fig. 12 – Lo sciame del 2012 e gli epicentri delle scosse del 20 e 29 maggio [sequenza sismica estratta da Iside]
Un’ulteriore interessante conferma è fornita dall’analisi interferometrica di coppie di immagini radar rilevate dal satellite COSMO-SkyMed dell’ASI prima e dopo l’evento sismico. Si ottengono così mappe della deformazione verticale del suolo indotta dal sisma.

Fig. 13 – Analisi interferometrica di due immagini rilevate dal satellite COSMO-SkyMed prima e dopo il sisma del 20 maggio 2012. I colori mostrano il sollevamento del suolo rispetto alla quota precedente il sisma
L’immagine in Fig. 13 è relativa al sisma del 20 maggio e mostra la striscia di territorio visibile dal satellite: le zone rosse si sono sollevate, fino ad un massimo di 15 cm, quelle in blu sono invariate.

Fig. 14 – Analisi interferometrica di due immagini rilevate dal satellite COSMO-SkyMed prima e dopo il sisma del 29 maggio 2012. I colori mostrano il sollevamento del suolo rispetto alla quota precedente il sisma
L’immagine in Fig. 4 è invece relativa al 29 maggio: in rosso le zone sollevate, in blu quelle in subsidenza. Si noti che procedendo da sud verso nord si sussegue una zona di subsidenza e una di sollevamento (coppia sinclinale/anticlinale), come ci si attende da una compressione (vedi Fig. 8). Entrambe le deformazioni sono compatibili con un piano di faglia che si immerge a 45° verso Sud, lungo il quale il settore meridionale della pianura si è accavallato su quello settentrionale.
Un innalzamento di 12-15 cm è molto rilevante dal punto di vista del deflusso in un territorio che ha una pendenza media di 10 cm per chilometro.