Pannello 12 – Lo Spron Malvezzi

Con il XV secolo la zona di  Mirabello andò gradualmente popolandosi: le carte ci mostrano campi ordinati (in particolare in sinistra Reno), divisi da cavedagne, coltivati con cura e con una dimora in ogni proprietà. L’aristocrazia urbana  impose ben presto la propria autorità anche in questa zona, un tempo trascurata. Tra i primi casati che vi si insediarono vi furono i Malvezzi, bolognesi, che, nel 1487, acquisirono una vasta proprietà nella zona detta Spron. Il relativo atto è riprodotto al n. 1.

Prima del 1526 il Reno non attraversava il nostro territorio, che si presentava quindi, come oggi, senza soluzione di continuità tra Sant’Agostino di Sopra e la strada della confina.  Lo Spron, sempre citato come Spron Malvezzi,  era posto immediatamente a sud di essa.

L’impresa dei Malvezzi, che fu il primo e il più notevole intervento della aristocrazia urbana nelle nostre campagne, era mossa, oltre che dall’interesse economico, anche dalla ricerca di prestigio politico per la famiglia: i suoi membri davano i propri nomi alle strade, ai canali, discutevano la sistemazione degli argini e potevano richiedere l’intervento del pubblico (le Assunterie, il Senato, i Legati), e persino la mediazione dello stesso Pontefice,  per ottenere il riconoscimento dei loro privilegi.

Le proprietà Malvezzi

Con il passare del tempo, avendo rivolto altrove i propri interessi,  i Malvezzi gradualmente vendettero le loro proprietà, cossiché il toponimo Spronsi ridusse a designare

Il Chiesolino del Cinquanta, sulla Via Giovecca

il loro ultimo possedimento sulla via Giovecca, come abbiamo visto nella carta 6 del Pannello 11. Il casino Malvezzi, la residenza signorile che edificarono verso la metà del ‘700, riprodotto nella foto 8,  sino ad anni recenti fu sede dell’Amministrazione delle Bonifiche Ferraresi.

Presentiamo una scelta di documenti relativi alle loro proprietà, estesa sull’arco di tre secoli e, nella mappa verde al centro, abbiamo identificato la località a cui ciascuno di essi si riferisce con il numero che lo contraddistingue. In particolare ai mirabellesi divertirà sapere che il Chiesolino del Cinquanta, sulla Via Giovecca verso la Torre da Verga, che è visibile nella foto alla sinistra del pannello, mutua il nome da un limitrofo  antico fondo dei Malvezzi detto le Cinquanta, la cui pianta è riprodotta al numero 5.

Carta 5 – Pianta del luogo chiamato le Cinquanta (1695)

Il documento più interessante è la mappa n. 3: la più antica mappa di Mirabello che abbiamo rinvenuto: un disegno a penna del 1641.  E’ allegato ai una relazione (riprodotta alla destra della mappa), con cui il perito Gianetti, dopo aver presa visione dei luoghi, riferisce al Cardinale Legato di Bologna che l’ha inviato sul posto a seguito di una rimostranza avanzata dai Ferraresi contro il Malvezzi. I Ruini, di cui parla, è una famiglia patrizia di Ferrara (di cui parleremo nel Pannello 14) che possedeva terre sulla riva destra Reno, compreso il luogo ove oggi sorge il Palazzo, la sede di questa mostra. Ascoltiamo cosa racconta il Gianetti:
Il Ruini ha costruito una coronella [argine in curva], di rimpetto al froldo [argine] destro di Reno, sopra una Ghiara [ghiaia = golena], al fine di serrare un’arra [ara = aia] per fabbricarci sopra delle pietre [mattoni] per la fornace che ha dentro alli argini, che pur anco vi ha la sua arra per detto effetto. I Ferraresi temono che il rigurgito che essa provoca (innalza l’acqua e la stringe al collo al detto froldo) danneggi l’argine maestro. Parimenti dannoso giudicano l’argine che il Sig. Malvezzi ha realizzato subito a valle, accostato all’argine opposto per difendere una sua casa, fornace, orto e giardini … essendo debile … l’Argine maestro.

Mappa 3 – La più antica mappa di Mirabello

Entro tale argine la mappa mostra il nucleo originale di Mirabello, raccolto attorno alla Chiesa Vecchia.  Gianetti riferisce  che sono già state comandate le opere di riparazione dell’argine maestro di Reno in cattivo stato (non adaequato) e, timidamente, suggerisce di far demolire la coronella dei Ruini. Il Cardinale avrà avuto il coraggio di farlo? Non lo sappiamo. Acclude alla relazione la mappa in cui disegna persino gli alberi che il Malvezzi deve far tagliare per tema che le loro radici possano costituire una via d’acqua attraverso l’argine.

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