10.2 – Sinistra Reno: i Prosperi (Pannello 13)

Intanto sulla sinistra del Reno si stava sviluppando una vera e propria economia agraria per quei tempi razionalmente condotta ed economicamente attiva. Da questa parte del fiume, ricca fin dal passato di un fitto reticolo di canali (Angelino, canalino di Cento, Savenuzza, Canalazzo ecc.) che convogliavano e scolavano le acque, le escrescenze di Reno, pur rompendo talvolta gli argini, provocarono minori danni e il popolamento si sviluppò più facile e relativamente sicuro. La maggiore sicurezza favorì il formarsi di notevoli possessioni signorili.

Accanto ai beni dei sempre presenti Malvezzi, troviamo quelli dei Ghisellieri, degli Ariosti, dei Guidotti e di tanti altri, proprietari: oltre che terre e cascine, palazzi, molini, strade, canali, ponti e quant’altro può assicurare ricchezza, potenza e prestigio. Le chiese e gli oratori erano stati quasi tutti fatti costruire dai signori ed erano sotto il loro patronato. La maggior stabilità di tali possessioni, curate con zelo dagli amministratori, e non trascurate dai proprietari stessi, rende meno interessante la ricerca di dati e notizie sulle vicende che esse attraversarono. Sono interessanti solo i documenti che si riferiscono alla proprietà Prosperi, perché riguardano il centro stesso di Mirabello e perché affidati ad un ben ordinato archivio che il conte Giovanni Turgi Prosperi ci ha molto gentilmente e liberalmente concesso di consultare. E’ conservato nella sua casa di Portovenere de la Spezia, ma nostri impegni di lavoro e la conseguente ristrettezza di tempo non ci hanno permesso che un primo assai frettoloso esame delle pergamene che citano Mirabello. Questo breve cenno non rappresenta, quindi, che un primo rapido abbozzo di quanto potremo fare in seguito. Ci rammarichiamo di ciò, ma presentiamo ugualmente il poco che abbiamo raccolto, ritenendo sia basilare per comprendere il formarsi e il successivo sviluppo del nostro paese.

Prospero de Ser Conforti originario di Lucca, si trasferì a Ferrara a servizio degli Estensi, con l’ufficio di segretario del Duca. La famiglia affermatasi alla corte, assunto il cognome Prosperi, ottenuto il titolo comitale e convenientemente arricchita, pensò di investire i guadagni in una proprietà agraria, che, grazie alla lunga esperienza giuridica ed amministrativa, si sentiva in grado di difendere e di far fruttare nel migliore dei modi.13 San Bartolomeo

La chiesa di San Bartolomeo [foto E. Carletti]

Non siamo in grado di ipotizzare perché loro, toscani di origine e trapiantati nel ferrarese abbiano posto gli occhi su terre dello Stato della Chiesa; non sappiamo dire se fu un fatto puramente accidentale (la disponibilità, magari a buon prezzo, di quei beni non lontani dalla città in cui risiedevano) o perché furono sollecitati dallo stesso Duca, in un tentativo di riprendere la politica di spinta pacifica verso il sud, già tentata coi Mantellini e con gli Scotti. Del resto poco importa. Ciò che importa è che ormai stiamo parlando non più e solo delle terre che circondano Mirabello, ma del suo stesso abitato. I conti Prosperi dovettero essere soddisfatti della loro proprietà e si ambientarono bene tra la popolazione del nostro paese, dove costruirono un notevole palazzo (foto 13.5, che compare anche sul manifesto della mostra), eressero la chiesetta di S. Bartolomeo (foto), allora suffraganea di quella di S. Agostino, e legarono il loro nome a una via (che in seguito la toponomastica ha confuso con un’altra). I loro beni costituirono di fatto il centro stesso di Mirabello, nello spazio determinato dallo sdoppiarsi dell’argine sinistro (forse un’antica bòtta rettificata, mappe 13.4 e 12.3) proprio all’altezza del traghetto sul Reno, unico punto di passaggio tra le due rive. Nonostante la diversione che dirottò definitivamente il Reno più a nord, la situazione attuale non è sostanzialmente mutata da allora; l’arteria principale di Mirabello segue oggi l’antico greto del fiume (raggiungerla si dice ancora, con antica espressione, andear in Ren), e l’antico abitato dei Prosperi, dentro l’argine, corrisponde, quasi esattamente, al vecchio centro cittadino.

 13.5 Palazzo Prosperi 2

Foto 13.5 – Il palazzo dei Conti Prosperi, detto Villa Topi [foto di E. Carletti]

Pannello vuoto

Mappa 13.4 (particolare) – Secondo decennio del XVII secolo –Le proprietà dei Prosperi in riva sinistra del Reno. Il cerchio rosso più in alto evidenzia il loro Palazzo, quello più in basso la chiesa di Mirabello [Arch. Stato Bologna, Assunteria confini e acque, vol. 09, n.02]

12.3 Mappa di Mirabello nera

Mappa 12.3 – 1641 – La prima mappa di Mirabello [Arch. Stato Bologna, Periti Agrimensori, n. 37]

Quando i conti Prosperi abbiano lasciato Mirabello, e perché, non abbiamo potuto appurarlo, ma è nei loro beni che si sono succedute le genti attuali, i mirabellesi, che abitano e possiedono le case, che affollano le strade e i bar, che lavorano e godono i frutti delle proprie fatiche e di quelle, secolari, dei loro predecessori.

Paragrafo precedente

Indice

Paragrafo seguente

Lascia un commento

  • Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere notizia dei nuovi articoli.

    Unisciti a 54 altri iscritti
  • .