10.1 – Lo Spron Malvezzi (Pannello 12)

La nobiltà cittadina ben presto impose la propria autorità a S. Agostino di Sotto (Mirabello) e negli immediati dintorni. Tra i numerosi casati che si potrebbero ricordare siamo necessariamente costretti ad operare una scelta, citando solo quelli che più a lungo e maggiormente si impegnarono a proseguire l’opera di riscatto e di miglioria di quelle terre, legando così il loro nome alla storia socio-economica della zona.

Pressoché nessuna traccia, se non negli atti notarili, lasciarono i Guastavillani, i de’ Blanchis, i Tartaris, i Boccadiferro, i Griffoni e tanti altri che pure ebbero beni e furono attivi nella nostra zona. Primo fra tutti e frequentemente e più a lungo risalta, invece, il nome dei Malvezzi, bolognesi, che tennero vaste proprietà alla Rovere, a S. Carlo e, soprattutto, nello Spron, località che ci ha a lungo lasciati perplessi sulla sua esatta collocazione e sulla sua ampiezza, perché citata con denominazioni diverse (anche se simili) nei documenti, compresa tra confini spesso indeterminati. Ancora una volta le mappe ci hanno permesso di giungere ad una conclusione che ci sembra inoppugnabile.

Non dobbiamo dimenticare che prima del 1526 il Reno non divideva il territorio di S. Agostino di Sotto (Mirabello), che quindi si presentava senza soluzione di continuità, compreso a sud fra le terre del già ordinato e lottizzato centro del Comune di S. Agostino di Sopra (o di Piano, o delle Paludi) e i confini che, a nord, separavano il bolognese dal ferrarese. A sud di tali confini si allargava lo Spron, citato appunto come Spron Malvezzi, (vedi mappa della Proprietà Malvezzi). Comprendeva le terre vallive attorno alla Torre Verga (allora dipendente dalla Comunità di Galliera) a monte di via degli Scotti e lungo il Layno, a cavallo della Via Giovecca e a sud dello argine del Castagno fino, probabilmente, alla torre dei Chiarelli e anche più oltre.

 12 Proprietà Malvezzi

Mappa della Proprietà Malvezzi [Disegno di F. Rinaldi]

Questa impresa signorile aveva già, oltre l’interesse economico, un significato e un valore per il prestigio familiare e politico; i proprietari (sono già ‘grandi’ proprietari terrieri) davano i propri nomi alle strade, ai canali, discutevano la sistemazione degli argini e potevano richiedere l’intervento del Pubblico (le Assunterie, il Governo di Bologna, i legati) e addirittura la mediazione dello stesso Pontefice, per ottenere il riconoscimento ufficiale dei loro beni e dei loro diritti. Agli atti notarili si sovrapponevano i ‘privilegi’ e le Bolle; non si trattava più di questioni private, ma di vere e proprie affermazioni di principio di una sovranità che ritrovava ed estendeva il proprio potere; in sostanza di un regime e di una tradizione. Non era più cronaca, ma storia, anche se i capitoli che ci interessano restano piccola cosa, particolari episodici, ma non per questo meno significativi ed interessanti.

Col tempo i Malvezzi cominciarono a vendere, rivolgendo ad altro i propri interessi più vivi, ma la loro impresa segnò certo il primo e più notevole intervento della nobiltà cittadina in quelle campagne e il loro nome rimase a lungo (e rimane ancora), tra quelli ricordati come proprietari di beni nella nostra zona. Il Casino Malvezzi, residenza signorile costruito intorno alla metà del ‘700, fu sede dell’ amministrazione delle Bonifiche Ferraresi e oggi è trasformato in un condominio (vedi mappa e foto 12.8).

  12.8 Mappa Malvezzi

Mappa 12.8 – 1789 – Dettaglio di una delle proprietà Malvezzi, in D il Casino Padronale (noto come Casino Malvezzi) [Arch. Stato Bologna, Archivio Malvezzi Campeggi, Mappe arrotolate Mazzo XI]

 

12.8 Casino Malvezzi

Foto 12.8 – Il Casino Malvezzi oggi [foto di E. Carletti]

 

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