6 – La navigazione (Pannello 7)

Quando le continue alluvioni coprivano o rendevano fangose e impraticabili per gran parte dell’anno le poche strade carreggiabili, le cavedagne e le friabili sommità degli argini, unica via per le comunicazioni e soprattutto per il trasporto dei materiali ingombranti e massicci era la via d’acqua. Ma i fondi dei corsi d’acqua erano infidi, in perpetuo movimento fra gorghi e secche, e i percorsi per le imbarcazioni dovevano essere tracciati, canalizzati e mantenuti sgombri da detriti ed insabbiamenti, per evitare che vi rimanessero arenate. Le imbarcazioni erano studiate e costruite appositamente per quel tipo di navigazione, al fine di trasportare il massimo carico con un pescaggio minimo e per mantenerne il costo entro i limiti imposti dall’economia dei trasporti.

Il Canale Naviglio, che da Bologna, attraverso il porto di Malalbergo, si riallacciava a Ferrara (mappa 7.2), e il percorso che da Mirabello attraverso le valli portava all’Adriatico (mappa 7.8), furono sempre oggetto di cure e il loro controllo e il diritto di esazione delle tariffe di transito furono contesi e causa di liti, di accordi, di rivalità e di compromessi.

La principale arteria per i trasporti attraverso il basso bolognese fu, per secoli, il Canale Naviglio (mappa 7.2), che permetteva il transito anche di grossi burchi. Le sue acque provenivano dal Reno, attraverso uno scolmatore (stampa 7.1) che entrava in città alla Grada, gli scoli di vari torrenti (Ravone, Aposa) alimentavano il porto d’imbarco, del quale resta a Bologna il ricordo affidato al nome di una strada. Superato Corticella e Bentivoglio, il Navile giungeva al porto di Malalbergo (mappa 7.6), oltre il quale le sue acque si disperdevano nelle valli di Marmorta e di Marara. Esaurita nel porto di Malalbergo la navigazione ‘superiore’ i burchi dovevano essere scaricati e le merci trasportate (a spalla), attraverso il portico della ‘Dogana’, fino alla ‘Conca’ e alla banchina della navigazione ‘inferiore’ e lì caricate di nuovo su altre imbarcazioni che, attraverso le valli, le trasportavano al Po di Primaro, del quale risalivano poi il corso fino a Ferrara.

In seguito al progressivo prosciugamento delle valli la navigazione inferiore mutò il suo percorso, risalendo canali artificiali (il canalino Volta), ma conservò a lungo la sua importanza. Tutta una rete di canali e scoli (canale Verga, canale Giovecca), generalmente appartenenti ai proprietari terrieri, permetteva di raggiungere, sia pure solo con imbarcazioni minori, le singole possessioni.

 7.1 Chiusa Casalecchio nero

Stampa 7.1 – 1697 – Prospetto della Chiusa di Casalecchio [da Della natura dei fiumi di D. Guglielmini, Tav. 14c]

7.2 I canali Bologna (particolare)

Mappa 7.2 – 1606 – I canali navigabili di Bologna; in corrispondenza del numero 8 sull’asse orizzontale parte il Canale Naviglio di Bologna (particolare) [Arch. Stato Bologna, Gabella Grossa, vol. 04, disegno A]

 7.6 Traghetto Malalbergo

Mappa 7.6 – 1775 – Il Traghetto di Malalbergo [Arch. Stato Bologna, Gabella Grossa, n.1, disegno B 001]

Naturalmente la cartografia trattò a lungo e minuziosamente la descrizione di tutta la rete di navigazione e di scolo. Nel Pannello 7 mostriamo alcuni disegni e mappe che riportano indicazioni varie e interessanti per rendere un’idea dell’impegno profuso per la più vantaggiosa soluzione del problema della navigazione.

L’insegna (originale) del passatore che traghettava i viandanti attraverso il Reno al passo di Mirabello ci ricorda la totale mancanza di ponti e la conseguente difficoltà che s’incontrava a percorrere le strade, anche le maggiori.

Come curiosità e come dimostrazione dell’interesse economico che si attribuiva al ricorso ai natanti, ricordiamo che, poco prima della metà del sec. XVIII, il cardinale Pompeo Aldrovandi, per evitare la via di terra attraverso la Toscana e le conseguenti dogane, compì una vera e propria ‘ricerca di mercato’ per informarsi sulla spesa che avrebbe dovuto affrontare per far giungere dall’Isola d’Elba a Mirabello materiale ferroso per via acqua: sul mare dall’Elba a Ravenna, circumnavigando l’Italia, e da Ravenna a Mirabello lungo i canali e le valli (mappa 7.8). Fu sconsigliato dall’insistere in tale progetto, audace e dispendioso, ma non così assurdo come potrebbe apparire, se riflettiamo, mutati i tempi e i valori, sulla scelta di trasportare il petrolio, scartata la via del canale di Suez, circumnavigando l’Africa.

 7.8 Navigazione Ravenna Mirabello

Mappa 7.8 – 1746 – Navigazione da Ravenna a Mirabello lungo i canali e le valli [da una lettera del Cardinale Aldrovandi; Arch. Stato Bologna, Archivio Aldrovandi, vol. 210, fasc. 19]

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