Lacerti di decorazione pittorica rinvenuti a Palazzo

Il restauro strutturale di Palazzo, a seguito del sisma del 20 maggio 2012, ha indirettamente creato le condizioni per approfondire alcuni aspetti irrisolti della sua storia su cui restavano domande senza risposta: le pareti del piano nobile erano decorate o affrescate? come erano fatti i soffitti originari? dove si trovava lo scalone che il Cardinale Aldrovandi fece realizzare dal Torreggiani? che fine ha fatto? Come si riscaldava il Cardinale?  Ci occuperemo qui delle prime due domande, rimandando a prossimi articoli l’esposizione di quanto appreso sulle risposte alle altre.

Non conosciamo nessun documento che menzioni decorazioni pittoriche nel Palazzo; non se ne parla neppure nel dettagliato inventario di quanto vi si trovava alla morte del Cardinale, inventario redatto per la sua successione. Tuttavia alcune decorazioni rinvenute nel sottotetto, di cui abbiamo parlato precedentemente (vedi foto 8 e 9), facevano propendere per la loro esistenza e indicavano al contempo che i soffitti piani attualmente esistenti, in travi di pioppo con controsoffiti in arelle (cioè cannette ricopette da un intonaco di gesso), non fossero quelli esistenti al tempo del Cardinale. Le arelle suggerivano infatti che la loro posa risalisse alla fine dell ‘800, mentre le pitture al di sopra del soffitto, oggi nel sottotetto, mostravano che i soffitti procedenti fossero posti a una quota molto più alta degli attuali e che forse fossero a volta. Non si era però trovato un nessun modo per accertare queste ipotesi.

Il sisma ha fornito un occasione inattesa per verificarle, per tre diverse ragioni.

La prima è stata la necessità di effettuare un’indagine stratigrafica degli intonaci al primo piano, per accertarsi che essi non celassero alcuna pittura prima di rimuoverli per mettere a nudo la muratura e ricucire le numerose fratture prodotte dal sisma. L’indagine sulle pareti, al di sotto della quota dei controsoffitti in arelle, ha dato esito negativo: nessuna decorazione, lo strato pittorico più antico è una tinteggiatura uniforme di colore beige-verdastro, probabilmente ascrivibile agli interventi che portarono alla messa in opera dei controsoffitti e alla realizzazione del corridoio dell’ala sud (databili verso il 1880): tale ipotesi è formulata sulla base della posizione degli strati nella sequenza stratigrafica generale, dal momento che essi risultano essere gli strati più antichi in corrispondenza di tali superfici (mentre, come vedremo, essi non compiaono al di sopra della quota di imposta dei controsoffitti).

La seconda ragione è stata la necessità di rimuovere i controsoffitti in arelle,  gravemente fratturati e in parte staccati a seguito della scossa sismica (foto 1). Rimosse le arelle (foto 2), nello spazio tra controsoffitto e soffitto  sono apparsi in tutte le stanze dei lacerti di decorazione pittorica, diversa da stanza a stanza. In tutte, escluso l’attuale salotto, la decorazione era tone sur tone, quasi monocroma, a caratterete geometrico: losanghe e  greche e svastiche intrecciate. Solo in salotto è apparsa una fascia policroma a cornucopie  (foto 3-4).

0 soffitto arelle

Foto 1 – Rottura del controsoffitto in arelle in uno degli ambienti di Palazzo a seguito dell’evento sismico.

Travetti porta arelle

Foto 2 – Il controsoffitto dopo la rimozione delle arelle: in primo piano gli arcarecci che le sostenevano, in secondo i travetti e le travi del solaio.

6 affreschi sala

Foto 3 – Lacerti di decorazione pittorica nel’attuale salotto

7 affreschi sala

Foto 4 – Altri resti pittorici nella stessa stanza

La terza ragione è stata la necessità di intervenire sulle gole di lupo delle due finestre a  che illuminano il corridoio  e della finestra del bagno che si apre sullo stesso corridoio. Le gole furono realizzate insieme ai controsoffitti, con tavolati e tramezze in canna e gesso (foto 5)  che collegano alcune finestre del sottotetto al piano nobile. Le tramezze  sono state, come i controsoffitti, fratturate dal sisma.

01 parte canne

Foto 5 – Una tramezza in canne e gesso con cui sono realizzate le strombature delle finestre a gola di lupo

Ogni tramezza delimita uno spazio morto trinagolare, racchiuso tra essa e la parete ad angolo (foto 6). Tali spazi non erano accessibili senza rimuovere il tavolato in legno che delimita superiormente la gola di lupo. Al loro interno sono state rinvenute superfici decorate.

Gola lupo est

Foto 6 – Vista dall’alto de vano formato all’estremità est del corridioio dalla tramezza che delimita la gola di lupo della finestra posta sotto il tavolato alla destra della foto

La zona più interessante (foto 7-10) è il vano formato dalla gola all’estremità est del corridoio (foto 6), in cui è apparsa (foto 8) nella sua completezza la decorazione precedentemente rinvenuta nel solaio in corrispondenza di quello stesso locale (foto 8 e 9).

2 Affresco gola est

Foto 7 – Affresco nel vano delimitato dalla gola est

La presenza del foro (foto 7) di inserimento di una trave del soffitto dell’atrio di ingresso fornisce la prova definitiva che i soffitti piani oggi esistenti sono posteriori all’epoca del Cardinale e che la loro realizzazione coincise con l’abbandono della decorazione pittorica.

3 Affreschi gola est

Foto 8 – Altra visione dello stesso vano

4 affreschi gola est

Foto 9 – Particolare del fregio ornamentale realizzato a stampino

5 affreschi gola est

Foto 10 – Particolare del decoro della parete

Il vano formato dalla gola all’estremità ovest del corridoio, presenta invece una più semplice decorazione geometrica (foto 11).

1 Affresco gola ovest

Foto 11 – La decorazione nel vano delimitato dalla gola all’estremità ovest del corridoio

I vani formati dalla gola che illumina il bagno sono invece privi di decorazione. Su una delle pareti (foto 12) compare però una firma con data: Fantoni Rottilio 1880 (o 1884?). Negli anni ’30 del secolo scorso un Fantoni era capomastro della Tenuta Sessa; l’autore della firma potrebbe dunque esserne il padre o il nonno. La scritta conferma definitivamente che le gole di lupo e i controsoffitti sono stati realizzati dai Sessa negli anni ’80 dell’800, subito dopo il loro acquisto della tenuta nel 1878.

Firma vano scala

Foto 12 – Firma e data (1880) posta nella gola della finestra del bagno da Fantoni Rottilio, probabilmente il capomastro che eseguì la ristrutturazione del Palazzo dopo l’acquisto dei fratelli Sessa

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

  • Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere notizia dei nuovi articoli.

    Unisciti a 51 altri iscritti
  • .

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: