I camini di Palazzo
A Palazzo si sono solo due camini, con relativa canna fumaria. Può sembrare singolare, ma nessuno mai si domandò come un numero così scarso potesse soddisfare nei secoli passati le esigenze di riscaldamento dei suoi abitanti, per modeste che fossero. Il terremoto ha dato risposta a questa domanda che mai fu formulata.
Molte delle fratture verticali (Figura 2) che si sono aperte nelle murature portanti del Palazzo a seguito della scossa sismica del maggio 2012 sono infatti risultate corrispondere a camini chiusi con semplici tamponature (Figure 3-4) e alle relative canne fumarie tuttora esistenti. Il loro numero è notevole (rettangoli rossi in Figura 5) e corrisponde a un camino per ogni stanza esistente ai tempi del cardinale Aldrovandi (Figura 6), con l’esclusione solo della loggia passante e della cappella che evidentemente non erano riscaldate.
Complimenti per il vostro museo, che intendo visitare a breve.
Per quanto riguarda la presenza di camini, questi costituiscono una interruzione dei maschi murari che risultano più corti e inevitabilmente più sollecitati rispetto al muro intonso. Di qui una fragilità che si manifesta con le vibrazioni; inoltre spesso per effetti del riscaldamento da fiamma le malte risultano cotte, con scadimento delle caratteristiche meccaniche. Non si dovrebbero mai posizionare vicino a finestre o a incroci delle murature.
Osservando le vostre foto ho notato che la ricostruzione è stata effettuata con la tecnica del cuci scuci.
Perchè non è stata utilizzata una retina contenitrice nell’intonaco?
Perchè non avete ricostruito la zona utilizzando greche nei giunti orizzontali come nelle murature armate?
Cordialmente
ing. Bruno Zuech