Ecco Palazzo Sessa: un tesoro del 1500 che torna a splendere

apertura Museo ottobre 2013

MIRABELLO. Da ieri è stato riaperto al pubblico il palazzo Sessa-Aldrovandi, che era stato reso inagibile dal terremoto, ed ora è ritornata visitabile la splendida mostra della civiltà contadina che si trova all’interno. Il palazzo Sessa-Aldrovandi è stati edificato nel 1500 ma ha assunto la forma attuale due secoli dopo quando divenne di proprietà del Cardinale bolognese Aldrovandi. «Di concerto con la proprietà, ha spiegato il sindaco Angela Poltronieri, abbiamo deciso, dopo la ristrutturazione dell’edificio, di riaprire le visite al museo in coincidenza con la sagra del nostro patrono San Simone». Il museo di proprietà dell’azienda agricola “Maria Sessa”, di Rodolfo Soncini Sessa e C., è sia fisico, con esposizione di oggetti e attrezzi agricoli, che telematico per la parte che descrive le storie degli insediamenti della persone in questa grande tenuta dove, fino al primi del 1800, nel periodo invernale era sempre allagata e si utlizzavano le barche come mezzo di spostamento interno. «I continui straripamenti del Reno, ha ricordato Rodolfo Soncini Sessa, trasportando sedimenti hanno inalzato il terreno circostante, rispetto al palazzo e questo ha comporatato che il piano interno del palazzo è più basso del suolo attuale. Facendo degli scavi, nel pavimento del palazzo, abbiamo riportato alla luce quelle che, all’epoca, era chiamta la stanza del fuoco. Una struttura in pietra che aveva la stessa funzione di quelle che oggi sono le nostre cucine, intese come elettromestico, e veniva citata come la cucina del Cardinale. In Italia ci sono solo due esemplari: il nostro che abbiamo ritrovato e quello che si trova nella Reggia di Caserta». Gli oggetti e gli attrezzi agricoli che ci sono nella mostra, sono in gran parte dei proprietari dell’azienda ma ve ne sono diversi dati “in prestito” da privati per completare e migliorare la mostra. Tutti i nomi degli oggetti esposti sono in dialetto come pure la filastrocca, i proverbi ed i racconti che sono stati ritrovati scritti su documneti cartace. Con la lingua dell’epoca sono invece tutte le numerose mappe del territorio. Info su: ilmuseodimirabello.com(g.b.)

27.10.2013

Pubblicato su Nuova Ferrara

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